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San Siro 2025: luci, ombre e strategie dietro ai grandi concerti

today2 Maggio 2025

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Il calendario dei concerti a San Siro per il 2025 si sta componendo come un puzzle a metà tra grandi attese e inaspettate difficoltà. Tra artisti che viaggiano verso il sold out e altri che arrancano a riempire gli spalti, la situazione dello stadio milanese è il termometro perfetto per capire lo stato dell’industria musicale italiana. Il fenomeno, come sempre, è più complesso di quanto appare dalle semplici mappe di vendita.

I numeri non mentono: chi riempie (quasi) tutto

Le certezze per il 2025 non mancano. Pinguini Tattici Nucleari, Modà, Marracash, Bruce Springsteen e Ultimo sono tutti vicini – o già arrivati – al sold out, con solo pochi settori nei terzi anelli ancora da riempire. Per Cesare Cremonini ed Elisa, la questione è già chiusa: tutte le date disponibili sono ufficialmente esaurite.

Un caso interessante è quello di Lazza, che pur avendo ancora diversi settori acquistabili, registra disponibilità “alta” solo in poche aree e comunque appare ben avviato verso il tutto esaurito. Marco Mengoni, invece, pur mostrando una maggiore dispersione di settori non ancora occupati, presenta nella maggior parte di questi disponibilità “bassa” o “media”, segno che anche in quel caso si tratta solo di una questione di tempo prima che i biglietti terminino.

I casi complicati: Elodie e Gazzelle

Non per tutti, però, la corsa al pienone sta andando secondo i piani. Elodie, che si esibirà l’8 giugno, non ha ancora raggiunto livelli di vendita sufficienti a garantirle la tranquillità: secondo e terzo anello presentano ampie disponibilità. C’è attesa per il nuovo album in uscita, che potrebbe fare da traino, ma il tempo inizia a stringere.

La situazione più critica, però, è quella di Gazzelle. Il suo live del 22 giugno è, ad oggi, l’anello debole della catena. Prato, anelli, settori centrali: la disponibilità di biglietti resta ampia in tutte le zone dello stadio. Due mesi pieni restano per cercare di invertire la rotta, ma ad oggi è l’artista che sta affrontando le difficoltà maggiori nella corsa al sold out.

Il sistema non funziona? Il contesto generale

Vale la pena ricordare che il contesto in cui si muovono questi dati è tutt’altro che sereno. La crisi del sistema dei concerti, in parte legata ai costi, alle dinamiche delle piattaforme di ticketing e alla saturazione del mercato, ha già colpito duramente alcuni artisti, costretti a cancellare o riprogrammare le proprie date. Benji & Fede, Eiffel 65 e altri ne sono stati vittime recenti.

Ma in questo articolo non allarghiamo il campo: ci concentriamo su San Siro. E lì la situazione, pur tra difficoltà e sorprese, mostra ancora una forte attrattività. Anche perché, mentre per il 2025 si inizia a delineare il quadro finale, alcune date del 2026 iniziano già a sorprendere.

Uno sguardo al futuro: Max Pezzali, Eros, Irama

I biglietti per alcuni eventi del 2026 sono già disponibili. Se per Irama e Eros Ramazzotti si parla ancora di vendite iniziali, la vera sorpresa è Max Pezzali. Il suo live di luglio 2026 è già quasi sold out. A distanza di oltre un anno, questo dato dice molto su quanto un artista possa ancora catalizzare l’attenzione con la giusta narrazione, un pubblico fedele e una proposta musicale che ha radici solide.

San Siro resta lo stadio più ambito per la musica dal vivo in Italia, ma i numeri non bastano a raccontare tutto. Dietro le mappe delle disponibilità ci sono mesi di campagne promozionali, momenti favorevoli (o meno) nella carriera di un artista, ma soprattutto un pubblico sempre più esigente e selettivo. Chi riempie San Siro non è solo chi ha un nome forte, ma chi riesce a costruire un’esperienza che valga davvero il prezzo – sempre più alto – del biglietto.

Perché allora il sistema concerti sembra in difficoltà? Le motivazioni sono molteplici. Da un lato ci sono i costi: l’aumento generale dei prezzi, dagli affitti degli stadi ai cachet degli artisti, fino ai biglietti, ha reso l’esperienza live più esclusiva e meno accessibile per una fetta di pubblico. Dall’altro c’è la saturazione del mercato: troppe date, troppi tour, troppe proposte concentrate in pochi mesi fanno sì che gli spettatori debbano scegliere con attenzione dove investire tempo e denaro, penalizzando inevitabilmente alcuni eventi.

A questo si aggiunge l’effetto post-pandemia: se da un lato il 2022-2023 aveva visto un boom per la voglia di tornare sotto il palco, oggi si inizia a sentire una certa “stanchezza”, un assestamento. Le persone pretendono di più: esperienze immersive, concerti che facciano davvero la differenza rispetto al semplice ascolto in streaming.

Il 2025 sarà quindi un anno di conferme e di sfide. Ma sarà anche, probabilmente, un banco di prova per capire se il sistema concerti, nella sua forma attuale, è ancora sostenibile. Gli artisti sono pronti, i fan pure. Ora tocca alle vendite – e alle scelte di chi organizza – dirlo davvero.

Articolo di: Teodor Valcu

Scritto da: Teodor Valcu

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