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Il calendario dei concerti a San Siro per il 2025 si sta componendo come un puzzle a metà tra grandi attese e inaspettate difficoltà. Tra artisti che viaggiano verso il sold out e altri che arrancano a riempire gli spalti, la situazione dello stadio milanese è il termometro perfetto per capire lo stato dell’industria musicale italiana. Il fenomeno, come sempre, è più complesso di quanto appare dalle semplici mappe di vendita.
Le certezze per il 2025 non mancano. Pinguini Tattici Nucleari, Modà, Marracash, Bruce Springsteen e Ultimo sono tutti vicini – o già arrivati – al sold out, con solo pochi settori nei terzi anelli ancora da riempire. Per Cesare Cremonini ed Elisa, la questione è già chiusa: tutte le date disponibili sono ufficialmente esaurite.
Un caso interessante è quello di Lazza, che pur avendo ancora diversi settori acquistabili, registra disponibilità “alta” solo in poche aree e comunque appare ben avviato verso il tutto esaurito. Marco Mengoni, invece, pur mostrando una maggiore dispersione di settori non ancora occupati, presenta nella maggior parte di questi disponibilità “bassa” o “media”, segno che anche in quel caso si tratta solo di una questione di tempo prima che i biglietti terminino.
Non per tutti, però, la corsa al pienone sta andando secondo i piani. Elodie, che si esibirà l’8 giugno, non ha ancora raggiunto livelli di vendita sufficienti a garantirle la tranquillità: secondo e terzo anello presentano ampie disponibilità. C’è attesa per il nuovo album in uscita, che potrebbe fare da traino, ma il tempo inizia a stringere.
La situazione più critica, però, è quella di Gazzelle. Il suo live del 22 giugno è, ad oggi, l’anello debole della catena. Prato, anelli, settori centrali: la disponibilità di biglietti resta ampia in tutte le zone dello stadio. Due mesi pieni restano per cercare di invertire la rotta, ma ad oggi è l’artista che sta affrontando le difficoltà maggiori nella corsa al sold out.
Vale la pena ricordare che il contesto in cui si muovono questi dati è tutt’altro che sereno. La crisi del sistema dei concerti, in parte legata ai costi, alle dinamiche delle piattaforme di ticketing e alla saturazione del mercato, ha già colpito duramente alcuni artisti, costretti a cancellare o riprogrammare le proprie date. Benji & Fede, Eiffel 65 e altri ne sono stati vittime recenti.
Ma in questo articolo non allarghiamo il campo: ci concentriamo su San Siro. E lì la situazione, pur tra difficoltà e sorprese, mostra ancora una forte attrattività. Anche perché, mentre per il 2025 si inizia a delineare il quadro finale, alcune date del 2026 iniziano già a sorprendere.
I biglietti per alcuni eventi del 2026 sono già disponibili. Se per Irama e Eros Ramazzotti si parla ancora di vendite iniziali, la vera sorpresa è Max Pezzali. Il suo live di luglio 2026 è già quasi sold out. A distanza di oltre un anno, questo dato dice molto su quanto un artista possa ancora catalizzare l’attenzione con la giusta narrazione, un pubblico fedele e una proposta musicale che ha radici solide.
San Siro resta lo stadio più ambito per la musica dal vivo in Italia, ma i numeri non bastano a raccontare tutto. Dietro le mappe delle disponibilità ci sono mesi di campagne promozionali, momenti favorevoli (o meno) nella carriera di un artista, ma soprattutto un pubblico sempre più esigente e selettivo. Chi riempie San Siro non è solo chi ha un nome forte, ma chi riesce a costruire un’esperienza che valga davvero il prezzo – sempre più alto – del biglietto.
Perché allora il sistema concerti sembra in difficoltà? Le motivazioni sono molteplici. Da un lato ci sono i costi: l’aumento generale dei prezzi, dagli affitti degli stadi ai cachet degli artisti, fino ai biglietti, ha reso l’esperienza live più esclusiva e meno accessibile per una fetta di pubblico. Dall’altro c’è la saturazione del mercato: troppe date, troppi tour, troppe proposte concentrate in pochi mesi fanno sì che gli spettatori debbano scegliere con attenzione dove investire tempo e denaro, penalizzando inevitabilmente alcuni eventi.
A questo si aggiunge l’effetto post-pandemia: se da un lato il 2022-2023 aveva visto un boom per la voglia di tornare sotto il palco, oggi si inizia a sentire una certa “stanchezza”, un assestamento. Le persone pretendono di più: esperienze immersive, concerti che facciano davvero la differenza rispetto al semplice ascolto in streaming.
Il 2025 sarà quindi un anno di conferme e di sfide. Ma sarà anche, probabilmente, un banco di prova per capire se il sistema concerti, nella sua forma attuale, è ancora sostenibile. Gli artisti sono pronti, i fan pure. Ora tocca alle vendite – e alle scelte di chi organizza – dirlo davvero.
Articolo di: Teodor Valcu
Scritto da: Teodor Valcu
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